domenica 16 ottobre 2011

Un paesello provinciale

(english version follows)

In queste ore tutti quanti stanno dicendo la loro sul casino che è successo l'altro giorno a Roma alla manifestazione contro le ineguaglianze economiche.
Si può sapere chi cazzo sono io per avere la pretesa di dire la mia?
(chiunque è libero di rispondere)
Che posso aggiungere di nuovo a tutto quello che è stato detto?
(le imbecillità  strumentali dei politici, le teorie del complotto, le cossigate, la separazione dei buoni  dai cattivi, eccetera eccetera....)
Questi discorsi mi annoiano, perchè sono sempre gli stessi.
Ma c'è un piccolo fatto nuovo.
Stavolta la nostra manifestazione ha  avuto dei termini di paragone.
Globali.
La manifestazione romana è stata infatti l'omologa italiana di una manifestazione globale, su temi globali, avvenuta in tutte le principali piazze del globo, da New York a Tokio.
Nel mondo assistiamo a forme aggregative diverse, orizzontali, unite nei contenuti e non nelle ideologie, pacifiche. E in Italia?
In Italia si assiste alla solita rievocazione degli anni settanta o, se volete, del luglio 2001.
In Italia ancora siamo rimasti alle categorie “fasci” , “comunisti”, “sbirri”, ogni manifestazione è pretesto per sfogare  frustrazioni  mascherandole con le solite etichette da stadio.
Niente, non ce la facciamo ad andare oltre queste categorie.
Lascio a chi è più informato di me il passatempo di studiarne le cause, analizzare i video, infamare i politici o i manifestanti.
Io dico solo che l'Italia, ancora una volta, si è dimostrata un paesello provinciale.

A little provincial country

In these hours everybody are saying something about the mess occured some days ago  in Rome, at the demonstration  against the economic inequality.
Who the fuck do I think to be to demand to have my say?
(feel free to answer)
What can I add of new to what has been said?
(the instrumental stupidity of politicians, conspiracy theory, the distiction between goods and bads, and so on.....)
These talks bore me, because they are always the same.
But ther's something new.
This time our demonstration had an element of comparison.
Global.
The roman demostration was infact the italian corresponding of a global demonstration about global issues, occurred in the globe's main squares, from New York to Tokio.
In the world we witness to different ways to demonstrate together, joined by the contents not by ideology, peaceful. What about Italy?
In Italy we witness to the usual revival of the Seventies or, if you like, of june 2001.
In Italy we still remained to the cathegory “fascist”, “comunist”, “cops”, every demonstration is just  an excuse to give vent to frustations, masking'em with the usual labels.
Nothing doing! We are not able to go beyond these cathegories.
I let who is more informed than me the hobby to study the causes, analyze the tapes, blame against the politicians or the demonstrators.
I only say that Italy, one more time, proved to be a little provincial country.

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